…. I BELIEVE …… I CAN FLY …..
Quando la passione per ciò che ami fare…..ti fa volare….
Qual è la sensazione che si prova quando sali su un palco, quando senti il tuo cuore battere fortissimo, quando il tuo corpo balla e i tuoi piedi seguono il ritmo della musica??…. E quando sei soddisfatto dei tuoi risultati??
Potrei rivolgere tante simili domande non solo a me, ma a tutte quelle persone che fanno dello sport UNO STILE DI VITA, un pilastro importante della propria esistenza sia fisica che interiore.
Sono nata nel 1981 e già nell’anno 1987, all’età di 6 anni, ero pronta con la mia borsetta, con tutto l’occorrente per andare a svolgere la mia attività sportiva.
Cosa c’era in quello zainetto??; le scarpette di danza, il mio tutù, le calze, una bottiglietta d’acqua e nella tasca interna un succo di frutta, caramelle sparse, zollette di zucchero e quella strana macchinetta (di dimensione maggiori rispetto a quelle esistenti ora) nel suo astuccio color marrone.
Oggi, nel 2012, sono ancora pronta con il mio borsone, con tutto il mio occorrente per andare in palestra: scarpe da ginnastica, pantaloni, maglietta, acqua, succo di frutta, caramelle, zucchero, miele e la strana macchinetta, adesso più piccola, nel suo astuccio color nero.
Sono passati ben 25 anni ed io sono sempre Valentina, la bambina, l’adolescente, la ragazza che ha sempre amato la danza, lo sport, tutto quello che è movimento.
Sono sempre Valentina, che nel 1984, all’età di due anni e mezzo, si è ammalata di diabete mellito, sono sempre Valentina che da ben 28 anni si reca dal dottore con i suoi dati, con i suoi numeri, per le sue visite di controllo.
Quando mi è stato diagnosticato il diabete era il 1984.
L’attività fisica rappresentava già un fattore fondamentale nel controllo del diabete, insieme all’insulina e alla dieta. Questa immagine presa da IL BAMBINO DIABETICO di Massimo Orsini e Liliana Campea illustra che l’equilibrio glicemico è come uno sgabello che si regge su tre gambe, la rottura di una sola gamba, comporta una brusca perdita di equilibrio. Questo dimostra che l’attività fisica, anche tanti anni fa, era ritenuta molto importante per avere un maggior controllo della malattia.
La prima osservazione storica sull’importanza dello sport nel diabetico risale alla prima metà dell’800 ed è presente nel libro “Memoires d’un diabetique” in cui l’autore, medico e diabetologo, riferiva che dopo un pasto abbondante era solito percorrere di corsa i boulevard esterni di Parigi e ne provava grande giovamento sul suo fisico. La prima osservazione scientifica risale al 1926 (5 anni dopo la scoperta dell’insulina), anno in cui Lawrence, medico inglese e diabetico, pubblicò sul British Medical Journal un articolo in cui dimostrava su se stesso che un’iniezione di 10 unità d’insulina pronta produceva un abbassamento glicemico molto maggiore e rapido, se era seguita da un esercizio fisico piuttosto che si rimaneva riposo. Per il sinergismo d’azione del lavoro muscolare e dell’insulina l’esercizio fisico venne considerato un “pilastro” della terapia del diabete (Joslin Clinic 1959).
Sono passati anni…..sono migliorati gli schemi terapeutici e le novità sulle tecniche terapeutiche non fanno altro che rafforzare il ruolo che l’attività sportiva svolge.
Qualsiasi persona che ne abbia voglia può farlo e deve farlo…..
Un diabetico che pratica attività sportiva deve prima di tutto avere un buon ‘bagaglio di notizie mediche’, deve conoscere cosa succede nel suo corpo quando è protagonista di un allenamento (questo con il medico diabetologo), ma anche un ‘bagaglio di conoscenze pratiche e quotidiane’, che sono alla base dell’autocontrollo glicemico.
Un ‘esperienza che io stessa ho sperimentato, con i miei giorni di alti e bassi, con le innumerevoli variabili che, purtroppo, sono presenti…….io stessa ho cominciato a studiarmi di più….a capire il perché oggi succede questo e ieri non succedeva…..
Per capire di cosa stiamo parlando, parto dalla distinzione fondamentale dell’attività sportiva: si parla di ATTIVITA’ AEROBICA, quando si utilizza ossigeno per fornire energia necessaria alla contrazione muscolare, è di bassa intensità e di lunga durata, ha benefici effetti sull’organismo, migliora le funzionalità cardiocircolatorie; l’ATTIVITA’ ANAEROBICA, quando sotto un breve ed intenso sforzo fisico, l’organismo attinge dalle riserve di glicogeno nei muscoli per ricavare energia, con formazione di acido lattico nel sangue. La principale differenza consiste nel modo in cui viene ‘bruciato’ il glucosio: nel primo caso verrà bruciato completamente senza lasciare scorie, fornendo molta energia, nel secondo invece sarà bruciato solo in parte, producendo poca energia e una scoria, quale l’acido lattico. Per questo principale motivo ai diabetici è consigliato uno sport che ‘allena’ il cuore senza affaticarlo….preferendo un’attività aerobica.
Io che pratico sport da anni, posso aggiungere che questo mi ha portato ad una maggiore conoscenza di me stessa, ad un’autostima che prima non avevo e una sensazione di essere più forte del Diabete…tante volte mi capita di uscire dalla palestra con il mio borsone, salire in macchina e sorridere, perché contenta dei miei risultati ottenuti, del mio benessere fisico e psichico.
Ero piccola e lo sport mi lasciava sempre una sensazione di benessere… all’età di 6 anni amavo con la mia insegnante di danza essere docile nel prendere una farfalla che volava alla mia altezza o allungare le braccia, perché volava più alta (…movimenti per imparare attraverso il gioco le posizioni delle mani ) ….amavo dondolarmi nel mio ‘cestino’ pieno di fiori…aggrappandomi con le mani ai miei piedi…..e la mia mamma, sempre pronta ad aspettarmi dietro quella porta… convinta che il Diabete non potesse mai dire di no alla mia voglia di ballare. Negli anni successivi poi imparai la ‘libertà’ di nuotare nell’acqua, come un pesce… ma la musica mi attraeva di più.. così, caparbia e tosta, continuai a ballare… quante sconfitte però, quante arrabbiature, quando sei in piena lezione e zac… un ipo che ti butta giù, un iper quando salivo sul palco di gara (l’adrenalina era tanta…). Tante volte ero costretta ad aspettare per poter rimettere le mie scarpette … ma non ho mai abbandonato la mia sala…ero pronta a ripetere più volte il pezzo, ma lo facevo…non mi sono mai abbattuta e non l’ho mai data vinta a lui.. Forse, con il passare degli anni, comincia a stancarmi… perché vedevo che lui era sempre più presente, troppo spesso mi buttava giù. Nell’anno 2010… la mia vita cambiò… nel mettere il microinfusore, cominciai ad avere una visione diversa della mia vita… se potevo, dovevo evitare quelle ipo, quelle iper… e via con i miei controlli, prima, durante e dopo una lezione…alle riduzioni della basale, all’aumento dei rapporti… Trovai più ‘facilità’ nel gestirmi e stavo molto meglio che con la terapia multiniettiva.
Oggi, nel 2012, vado tutti giorni in palestra, faccio le mie ore di fitness con i miei quotidiani controlli, rendendo partecipe la mia insegnante, mensilmente me ne vado fuori porta per partecipare ad eventi sportivi, che fanno del fitness uno stile di vita… mi preparo con il mio microinfusore, con i miei calcoli, con le mie riserve di zuccheri, ma ancor di più.. con tutta me stessa…. perché sono sicura che NELLA VITA TUTTO è POSSIBILE…. ed impegno e sacrifici sono fondamentali per accettare quello che la vita ci dà…
Dimenticavo di rispondere alle domande che ho fatto all’inizio…quel senso di libertà, quel senso di esserci solo te sul palco, quella sensazione di saper volare sempre più in alto con i tuoi stessi piedi….Questo è quello che provavo quando ero sul ‘palcoscenico’ della vita… questo è quello che provo nella mia palestra, quando cammino su quel tappeto, quando salto su quello step… quando mi fermo e metto una mano sul microinfusore….
Valentina Prossomariti